Abstract

Rocco Schiavone (2016–), la fortunata serie TV ormai giunta alla quarta stagione con una quinta in preparazione, nasce nel 2016 dagli omonimi romanzi di Antonio Manzini e viene trasmessa da Rai 2. Il programma, prodotto da Rai Fiction, Cross Productions, e Beta Film, registra una media di 3,3 milioni di telespettatori per episodio e uno share di oltre il 13% nella prima stagione. Nella seconda stagione mantiene tre milioni di spettatori per episodio e nella quarta uno share del 10.3% con 2.570.000 spettatori. Il successo si ripete anche all'estero e la popolarità dello scorbutico, sboccato, ma dal cuore d'oro vicequestore aggiunto della Questura di Aosta (interpretato da uno splendido Marco Giallini) continua a crescere dentro e fuori l'Italia. Grazie ai riscontri positivi della serie sul vicequestore trasteverino e alla notorietà di altre Rai Fiction come L'amica geniale e Il Cacciatore, i critici parlano di stagione d'oro della serialità italiana. Il grande successo di pubblico deve attribuirsi al fatto che il personaggio di Rocco Schiavone, duro con se stesso come con gli altri, scontroso, insofferente, nasconde dietro il suo cinismo un forte senso di umanità e una personalissima idea di giustizia. In queste pagine, si vuole infatti dimostrare come la fortuna di questa fiction sia dovuta a due fattori: una operazione di ibridismo operata all'interno del genere giallo, con una mescolanza delle formule e un assemblaggio di topoi provenienti da vari sotto-generi; e una continua contrapposizione tra giustizia e legalità, ovvero tra quello che il codice penale richiede a un rappresentante della legge, e le libertà che il nostro vicequestore si prende. Libertà che costringono lo spettatore a interrogarsi su una miriade di quesiti che lo pongono di fronte ai problemi dell'Italia di oggi, e esulano i confini della città di Aosta dove le storie si svolgono, forzandolo a ponderare su dilemmi universali: È giusto farsi giustizia da soli? È giusto ingannare i disonesti? È giusto rubare ai ladri per dare ai bisognosi? È giusto avere un codice etico personale e amministrare la giustizia? Che tipo di società è quella che permette abissi di povertà? Giustizia e Legge coincidono?

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